
Il Nepal è costituito da un mosaico di popoli che convivono ma non si integrano. Popoli indo-ariani provenienti dall’India e mongolici dall’Himalaya e dalla Birmania. Si parlano tante lingue e dialetti diversi.

Non potendo prendere un taxi per andare a Sarangkot, un punto di osservazione panoramico della catena Himalayana, mi avvio a piedi verso la parte vecchia di Pokhara. Ho così modo di camminare in strade senza auto, moto, camion, bus, e cioè senza il puzzo di gas di scarico, lo strombettio di ogni genere di clakson, il pericolo costante di essere investita!
Gli unici mezzi circolanti, per fortuna, sono le autobotti che portano acqua potabile alle lunghe file di donne in attesa con i loro contenitori da riempire.
Le serrande sono tutte abbassate, le strade campi da gioco per i bambini, che sono a casa da scuola. C’è chi viene aiutato ad imparare ad andare in bicicletta senza rotelle, chi gioca a pallone, chi a badminton...

Nel pomeriggio lo sciopero è stato sospeso dai gruppi etnici che lo avevano proclamato in vista di alcuni festival.
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