Ecco l'ennesima sorpresa del nostro
bravissimo cuoco Pemba! Una torta (cucinata senza forno), con le date del
nostro trekking scritte con la glassa. Ieri sera è stata l'ultima sera insieme
allo staff che, per dieci giorni, si è preso cura di noi... anzi, direi che ci
ha decisamente viziati :)
Per la prima volta abbiamo cenato
tutti insieme, con un po’ di imbarazzo da parte loro... imbarazzo che si è poi
sciolto nella seconda parte della serata, quando è stata improvvisata una
discoteca nella hall della semplice guesthouse che ci ospita. Lampadine
colorate, dance music nepalese e la scoperta che il cuoco non è solo bravo in
cucina ma anche un provetto ballerino! Una gioia semplice e contagiosa, la
loro.
Grazie al loro duro lavoro il trekking non solo è stato possibile, ma
anche confortevole rispetto alle difficili condizioni ambientali di questi
luoghi. Ogni giorno trasportavano i nostri bagagli sui cavalli, tutto l’occorrente
per la cucina sulle spalle, montavano e smontavano le tende, procuravano l’acqua
alle fontane, ci preparavano dei pasti deliziosi che ogni volta ci
sorprendevano. Ecco, per tutti questi giorni, sono stata io quella imbarazzata
di essere trattata in modo così privilegiato mentre si attraversavano villaggi
dove nessuno ha l’acqua in casa, la possibilità di curarsi, e così tanto cibo a
disposizione.
Parlando con loro, anche con chi
non sa l’inglese grazie a chi lo sa e mi fa da traduttore, scopro la triste
realtà dell’alto tasso di disoccupazione del Nepal... qualcuno di loro, fino
alla prossima volta che verrà chiamato per un trekking, è saltuariamente
muratore, la maggior parte dovrà cercare di vivere con il poco guadagnato in questo
periodo. E’ veramente un peccato, perché, avendoli conosciuti un poco in questi
giorni, ho scoperto dei ragazzi molto gentili e volenterosi.
Con un indice di disoccupazione al
46% e un reddito medio pro-capite di
1.300 dollari Usa all'anno, il Nepal è
uno degli Stati più poveri del mondo. Secondo dati della Banca mondiale,
circa il 55% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.A causa
dell'instabilità politica e dell'alto tasso di corruzione, tale situazione
peggiora di anno in anno. Per molte persone l'unica scelta è quella della
migrazione e a tutt'oggi sono oltre 7 milioni i nepalesi che lavorano
all'estero. Il bilancio statale dipende per circa il 40% dalle rimesse dei
migranti. Tuttavia, chi non riesce a trovare lavoro in patria ne all'estero,
sceglie sempre di più la drammatica strada del suicidio. I casi registrati
dalle autorità sono circa 4mila all'anno, con una media di 11 morti al giorno.
Il fenomeno è in costante crescita e colpisce i giovani fra i 14 e i 30 anni,
soprattutto le ragazze madri.
Da www.asianews.it
21/03/2012
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