giovedì 19 novembre 2009

Bici è… libertà!

Mi dà un grande senso di libertà girovagare per Hué come e dove mi pare, indipendente. Ora i guidatori di cyclo non mi assillano più ad ogni passo con il solito “madame, cyclo!”… anzi mi sorridono in quanto pedalatrice come loro. Dopo l’apprendistato come pedone ad Hanoi mi tuffo nella corrente del traffico di bici e motorini e, non so come, riesco a passare indenne anche dagli incroci più intasati!

La mattina presto posso così spingermi fino ai quartieri dalle case basse e le viuzze strette e quiete, già con l’aria del villaggio. Vedo massaggiare i galli da combattimento e le persone far colazione, dopo i loro esercizi ginnici, in uno dei tanti ristorantini “da marciapiede” sul lungo canale, all’ombra di un grande albero.

 L’albero ospita nel tronco dei piccoli altari su cui fuma l’incenso, le persone delle case vicine stanno appendendo alle sue fronde le gabbie con i loro uccelli canterini. Gabbie di bambù complete di piccole ciotole in porcellana bianca e blu per cibo e acqua. Arriva la signora anziana, il bilanciere carico di verdure fresche con cui rifornisce la cuoca.


Nei dintorni del mercato c’è un andirivieni di “cyclo cargo”, come mi piace chiamarli, inverosimilmente carichi di merci.


Nel tardo pomeriggio invece ammiro le ragazze delle scuole superiori che se ne tornano a casa, pedalando eleganti nella luce del tramonto. Come divisa un “Ao Dai” bianco sul quale i loro lunghi capelli neri raccolti a coda creano un piacevole contrasto.

Ah, dimenticavo…. in bici si sente anche meno il caldo che non camminando! E poi… è tutta pianura :))

“Ao Dai”
Negli anni ’30 del secolo scorso diventarono di moda in Vietnam le fiere, non solo per vendere e comprare, ma soprattutto come luogo d’incontro e divertimento. Di solito ospitavano anche un concorso di bellezza e le ragazze più carine in genere erano studentesse di alcune scuole superiori di Hanoi, Hué e Saigon. Proprio un pittore e insegnante di Hanoi, Ngunyan Cat Tuong, ebbe l’idea di creare il nuovo abito “Ao Dai” (tunica lunga) capace di esaltare la figura femminile, facendola sembrare più alta e snella. Inizialmente la nuova moda incontrò parecchia opposizione, in quanto ritenuto socialmente non appropriata, ma poi si diffuse rapidamente diventando veramente popolare. Oggi, invece, mi sembra che non sia indossato come un tempo, così attillato forse è un po’ scomodo per lavorare. Le studentesse e le persone che lavorano negli hotel, agenzie turistiche, compagnie aeree lo portano come divisa. Nelle strade, invece, vedo le donne anziane indossare dei pantaloni morbidi con una blusa e le più giovani jeans e maglietta.

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