venerdì 23 ottobre 2009

Angkor



E’ ormai il crepuscolo. La giungla risuona dei richiami delle scimmie e di uccelli a me sconosciuti. Stormi di pappagalli volano da un albero all’altro con alte strida.

Sono sola fra le rovine di uno dei numerosi templi di Angkor. La vegetazione lo ha fatto proprio, alberi enormi sono cresciuti sopra e dentro i muri, rompendoli e, nello stesso tempo, contenendone le pietre con le loro radici serpentiformi. L’impressione è che, dal connubio umano e vegetale, nel corso dei secoli sia nata una nuova architettura. L’effetto è affascinante.
Ad un tratto mi trovo in una radura, sia di rovine sia di alberi… c’è una strana luce verde che emana dalle antiche pietre coperte di muschi e licheni e dal riverbero dell’ultima luce sulla copertura vegetale…uno di quegli attimi perfetti.


Angkor era il cuore dell’immenso impero Khmer. Sviluppatosi fra il IX e il XIII sec. d.C. al suo apice si estendeva dal Vietnam alla Birmania. Incredibili opere idrauliche per regolare e immagazzinare le acque del monsone permisero di incrementare la produzione agricola e dunque la popolazione e le risorse necessarie a finanziare la costruzione dei templi.
In un articolo apparso qualche mese fa sul National Geographic lessi che l’area della città era pari a quella della Roma attuale e la sua popolazione urbana tanto numerosa da la metropoli del tempo. Ora non rimangono che i templi, costruiti in pietra.
Ogni tempio si rifletteva (e in alcuni casi ancora è così) in un bacino artificiale che aveva lo scopo pratico di garantire una riserva idrica alla città e alle coltivazioni e la funzione simbolica di rappresentare l’oceano primevo. Il risultato era una scacchiera liquida, punteggiata da templi, edifici di legno, capanne di bambù, ravvivata da mercati, traffico di carri e canoe, popolata da uomini ed animali.
Iniziò poi il tempo del declino e dell’abbandono, con il riappropriarsi dei propri spazi da parte della natura. Solo Angkor Wat, diventato un monastero buddhista, continuò ad essere frequentato. A proposito delle cause del declino di Angkor sono state avanzate diverse ipotesi… la nascita del regno Thai e le sue incursioni in Cambogia, un cambiamento climatico, la deforestazione delle colline a monte della città… chissà.
Certo è che, ogni qualvolta il passato ci consegna le vestigia di una civiltà scomparsa, non è possibile non subirne il fascino magnetico.

1 commento:

  1. ...sono quegli attimi perfetti in cui potresti piangere di gioia e stupore :-)

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