mercoledì 29 agosto 2012

Viaggio in Ladakh 2012

Mentre sto scrivendo queste note sul viaggio appena concluso suona il telefono. Mi si avvisa che, in questo momento, su radio 3 è in onda una trasmissione che parla appunto di Ladakh! Lo stupore per questa coincidenza aumenta ulteriormente quando sento che la voce narrante è quella di Giuseppe Cederna, sta parlando del viaggio del 2009 di cui, casualmente, ne abbiamo condiviso una parte. Entrambi, come moltissime altre persone, stavamo andando in Zanskar in occasione della visita lassù del Dalai Lama. A volte vedevo Giuseppe scrivere qualcosa su un quaderno piccolo piccolo, dalla copertina nera se ben ricordo. Ora sento che quelle brevi note si sono trasformate in un racconto vivo, in cui le parole si fanno immagini, ed emozioni.
Mi colpiscono soprattutto quelle che pronuncia come conclusione: “Noi pensiamo di fare un viaggio ma è sempre il viaggio a farci, e a disfarci”.
 
Mi ritrovo, in queste parole. In fondo siamo in ogni momento “fatti e disfatti” da quanto ci accade, da chi incontriamo, da come respiriamo. Però, il viaggio, funziona a mo’ di acceleratore di particelle. E’ tutto più evidente, più veloce, come quando si guardano le riprese accelerate dei fiori che sbocciano.
Ed ogni viaggio, anche nello stesso luogo, è una storia a parte.
Ecco, forse potrei rispondere così alla domanda di amici e parenti che mi chiedono: “ma come, torni ancora in Ladakh?” J 

 
Anche quest’anno è stato un viaggio ricco di incontri ed esperienze. Non essendo brava quanto Giuseppe con le parole, mi aiuterò, nel descriverlo, con qualche immagine.
I primi giorni del nostro soggiorno ci ha accompagnati Lamaji (lo scorso inverno è anche venuto a trovarci in Italia… qualcuno ha avuto la possibilità di incontrarlo per una serata di meditazione al Centro Maitri)… una bella fortuna per noi che, proprio in quei giorni, cadessero delle vacanze scolastiche (in Ladakh, a causa del freddo intenso, le vacanze scolastiche più lunghe si fanno in inverno) e lui fosse libero dal suo lavoro di insegnante a Lamayuru.
 
 
E’ un grande dono poter essere accompagnati nella visita ai monasteri ed ai luoghi sacri da una persona competente, che aiuta a comprendere il significato di una religione e di una cultura per noi così diverse e complesse.  
Abbiamo visitato posti un po’ fuori dai percorsi più noti, abbiamo meditato con lui in luoghi molto particolari, come la grotta dove ha vissuto Naropa, un maestro indiano che ha contribuito a diffondere il buddhismo in Tibet; qui ho sentito la stessa atmosfera che mi capita di percepire dove era solito meditare San Francesco.
 
 
Con Lamaji comunque non si sono fatte solo visite culturali… ma anche tante risate, passeggiate fra i monti in cui ci spiegava i nomi e le proprietà delle erbe che incontravamo; e abbiamo avuto modo di parlare con le persone, di essere accolti come ospiti nelle loro case… per qualcuno è stata anche l’occasione di assaggiare per la prima volta il the salato e la tzampa. Bevande e cibi a cui non siamo abituati,  ma da non perdere per entrare nello spirito del luogo! ;) 

 

  
Il the salato è fatto con acqua, the, sale e burro di Dimo (la femmina dello Yak) o, più spesso di Dzomo (la femmina dello Dzo, un incrocio fra Dimo e Toro); la tzampa è una farina finissima di orzo tostato mescolata (con la sola mano destra!) con burro e the salato.  
 
Nella seconda parte della vacanza abbiamo passeggiato per una settimana nella Markha Valley, una valle parallela a quella dell’Indo dove sorge Leh, il capoluogo del Ladakh. E’ una valle che si può percorrere solo con le proprie gambe e l’aiuto, per i bagagli, di cavalli e asinelli.

 
 
Niente cellulari che squillano e niente elettricità… la notte è comunque luminosissima, sembra di poterle toccare, le stelle. Certo, si va a letto abbastanza presto, ma non per questo ci siamo annoiati… senz’altro a rendere vivaci le nostre partite a carte e le ore di cammino hanno contribuito Norphel e Lobzang, i ragazzi che ci facevano da guide e cuochi (e che cuochi! Alla fine del trekking abbiamo rischiato di rotolare giù dai sentieri tanto ci avevano messo all’ingrasso ;).
 
 
Il percorso è stato interessante sia perché si attraversavano villaggi abitati, e dunque si vedeva da vicino la vita tradizionale del Ladakh, sia perché si ammiravano paesaggi mozzafiato… montagne brulle ma dalle mille sfumature, catene montuose che parevano infinite…
 
 

 
 


Sarebbero ancora tante le cose da raccontare, gli incontri con persone nuove ma anche con quelle con cui, negli anni, è nata un’amicizia che è stato bello rinsaldare….
 
Per chi volesse ascoltare la trasmissione radiofonica:
La puntata è “Il viaggiatore incantato” del 12/06/2010. Cercando su internet ho infatto scoperto che quella che avevo ascoltato era una replica.
Nel caso non riusciate a sentirla, magari è necessario scaricare un programma tipo: http://it.real.com/

2 commenti:

  1. Molto interessante Daniela. E naturalmente ogni viaggio è diverso... cambiamo noi, cambia il posto, cambiano le relazioni, ecc. Grazie per le indicazioni per sentire la puntata.
    Rosanna

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  2. Ciao, anche io feci lo stesso viaggio nel 2009, incontrando a più riprese Giuseppe... è stato un viaggio che ha segnato tutti :)
    Alessandra

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