venerdì 31 luglio 2009

dak thok cham

Arrivati ieri mattina a Leh dopo il lungo viaggio dall`Italia ci siamo presi un primo giorno di completo riposo nell'oasi fiorita dell'albergo che ci ospita. chi più chi meno tutti abbiamo risentito del brusco cambio di altitudine, visto che siamo arrivati a 3500 metri in aereo. Questo non ci ha però fermati dall'assistere al cham del monastero di Dak Thok.
Cham indica l'insieme delle danze rituali sacre che vengono eseguite dai monaci per ricordare un particolare evento religioso... in questo caso l'anniversario della nascita di Padmasambhava, il grande maestro indiano che ha diffuso il buddhismo in Ladakh e in Tibet.
Le danze sono molto scenografiche: al suono delle enormi trombe tibetane, tamburi, piatti e con il sottofondo di mantra, i monaci impersonano il guru nelle sue diverse manifestazioni indossando enormi maschere, alcune veramente terrificanti, e coloratissimi costumi.
Uno spettacolo nello spettacolo è quello del variegato pubblico.. turisti forniti di macchine fotografiche, videocamere... anziani ladakhi che sgranano mormorando i rosari o girano i mulini di preghiera, famiglie che chiaccherano e fanno uno spuntino, bambini che giocano..

grazie!

A tutti coloro che ci hanno augurato buon viaggio e sono con noi, nonostante la distanza geografica!

martedì 28 luglio 2009

In partenza

Dopo tanti mesi di attesa e preparazione del viaggio eccoci alla vigilia della partenza... il gruppo Maitri pimpante e motivato partirà domani mattina da Malpensa con Swiss.... prima tappa Zurigo, da lì Delhi e, dopo qualche ora di attesa, Leh!
Speriamo di essere fortunati e trovare bel tempo sorvolando l'Himalaya... uno spettacolo incredibile.
Leh è il capoluogo del Ladakh, si trova nella valle dove scorre il fiume Indo, a 3500 metri circa sul livello del mare.
Il primo giorno sarà dedicato al riposo, indispensabile per acclimatarsi.

sabato 18 luglio 2009

Ladakh - Il piccolo Tibet

Mentre cammino mi godo il paesaggio.
Allontanatici pochi passi dalla carovaniera è come fossimo, non in alto mare, ma in "alto deserto". Ogni segno umano è completamente sparito. Certi montagnoni aridi, possenti, color crete senesi, si fanno sempre più eminenti e vicini. Sono loro i padroni esclusivi dell'orizzonte.
Ma non li pensar fermi, vuoti, morti, opprimenti - gentile lettore!
Intanto a rallegrarli qua e là, come gocce di vivo turchese, ci sono i dolcissimi e preziosi papaveri azzurri del Tibet: sembra impossibile, ma questi fiori delicati, d'una tinta di genziana, amano proprio simili posti aridi e solitari.
Poi in cielo ci sono nuvole sciolte e veloci che galoppano all'impazzata nel vento di lassù; le loro ombre corrono pei fianchi dei poggi, li carezzano, ne mutano istantaneamente colori e umori; si passa dal giallo vivo all'ocra, al viola, al paonazzo, e dal severo o dall'imbronciato brutto alla festa di luce.
E' una danza continua d'ombre e di schiarite: i monti divengono fluidi come un mare dalle onde giganti.

Segreto Tibet - Fosco Maraini

Pochi giorni alla partenza per il Ladakh!


Ah l'erbe e il vento!
E qui tra questi sassi
L'ombra d'un sogno.

- Basho -