lunedì 2 maggio 2016

Aggiornamento progetto "4 casette crollate in Nepal"

L'anno scorso, nell'aprile 2015, per il viaggio yoga Maitri siamo andati in Nepal. Tornati solo qualche giorno prima del terremoto, la notizia della catastrofe ci ha profondamente addolorati. Da lì la voglia di aiutare, anche se da lontano, a ricostruire le case delle persone che avevamo conosciuto (leggi qui il post di allora).
Il progetto è in fase di realizzazione! 
Qui sotto le parole di Francesco, il responsabile (con Silvia, una cara amica) dell'iniziativa, e un video sullo stato dei lavori. Buona lettura e buona visione!
Daniela

Un anno fa, il 12 Baisakh 2072, poco prima di mezzogiorno (11:56 am nepaline ovvero 8:11 del mattino italiane) il fattaccio. Era il 25 Aprile, dopo un anno l'anniversario cade il 24...
Prodigi dell'anno bisestile in quel di Roma.
Oggi, 12 Baisakh 2073, tracce di rinascita.
Nel nostro piccolo vogliamo ringraziare tutti quelli che hanno aiutato i Ragazzi del Planet Bhaktapur che hanno perso casa, vogliamo ringraziare tutti quelli che hanno aiutato e sono sempre vicini al Nepal.
Ricostruzione lenta, sapete della mancanza di benzina e gas per mesi...
Problemi politici, diciamo così.
Piano piano ce la si farà, tutti insieme.
Finalmente in Febbraio, nel nostro piccolo, abbiamo cominciato a costruire 3 delle 4 case promesse e da Voi finanziate con immensa generosità. Ci vorrà ancora del tempo ma, salvo ulteriori antipatici cataclismi, arriveremo al completamento del progetto. 
La casa di Anil a Taathali, lì siamo alle fondamenta. Profonde. La casa di Amrit e quella di Rajaram a Sudal, più avanti nella ricostruzione. Presto cominceremo anche a ritirare su la casa di Santhos nel distretto di Dhading. In Settembre abbiamo cercato di non sprecare soldini costruendo quando ancora i prezzi erano altissimi, poi siamo stati "Fermi" causa problemi per la mancanza di tutto...Problemi di Benzina per i trasporti che sono diventati carissimi, mancanza di cemento "Buono", costi poco amichevoli del ferro. Burocrazia, permessi vari. Adesso si va abbastanza spediti e siamo felici di quello che sicuramente porteremo a termine fra un po'. Con calma e serenità nepalina.
Ohi, c'è anche un video da lucciconi girato in data 11 Aprile dall'Amico Fabris Erani e arrivato fresco fresco adesso adesso...Grazie Fabris per il film, grazie Enrico per le foto.
Un po' commossi e tanto "Felici" per quello che avete fatto per i Ragazzi del Planet, ringraziamo ancora tutti quanti....Ciascuno di Voi sa il ringraziamento che si merita, commisurato alle emozioni che adesso chi più e chi meno porta nel cuore. Un abbraccio speciale a tutti gli Ospiti del Planet Bhaktapur, agli “Eterni Ritorni”, ai “Lungodegenti planetini”e a tutti quelli che, pur senza conoscere i Ragazzi, hanno regalato speranze e molto di più.
Fra 2-3 mesetti contiamo di postare immagini di case quasi "Finite". E di poter testimoniare anche l'avanzamento dei lavori (Per ora non cominciati) per la casa nel distretto di Dhading.
BUON TUTTO, NAMASTE !
GRAZIE.

Video: Piccole case crescono

sabato 26 marzo 2016

Sri Lanka - impressioni di viaggio

Lo scorso febbraio il "Centro Maitri - Yoga e Benessere" ha organizzato un viaggio in Sri Lanka. Oltre a visitare le bellezze artistiche e naturali del paese abbiamo vissuto tante esperienze interessanti per immergerci nella sua cultura: dall'oroscopo che ci ha fatto un indovino alla lezione di yoga con un insegnante locale, dall'essere ospiti in famiglia ai massaggi ayurvedici, dall'imparare come nasce una tazza di tè a come si dipinge un batik e a come si indossa un sari...
Ma ciò che ha reso il viaggio ancora più speciale e indimenticabile è la bellissima atmosfera che si è creata fra i partecipanti, di armonia e allegria, di leggerezza e profondità, di amicizia e rispetto, in cui ciascuno ha espresso le proprie qualità per il bene comune. Ringrazio di cuore queste persone speciali!
Daniela
www.maitriweb.it


Ecco le impressioni di viaggio attraverso parole ed immagini di alcuni partecipanti...

Ho vissuto dieci giorni di gentilezze, di sorrisi, di armonia con le persone e con la natura. Ho visto persone umili e felici, ho sentito suoni dolcissimi, ho sentito cantare, pregare con vibrazioni profonde.
E' stato un viaggio che non potrò dimenticare per ciò che mi ha donato interiormente!!!!                                  Cesarina -


Ayubowan!
Siamo rientrati ormai da giorni e le sensazioni affiorano alla mente e al cuore quotidianamente e con gusto! Sensazioni forti e intense che mi riconducono ai colori vivi, ai sapori stuzzicanti e stimolanti, ai suoni e rumori prorompenti di una natura per alcuni versi ancora selvaggia e primitiva!
Ad accompagnare tutto ciò la stupefacente rivelazione di un gruppo di persone fantastiche, gioiose e nello stesso tempo rispettose delle emozioni di ciascuno! Abbiamo condiviso tanti bei momenti, sorrisi, risate e ciò ha dato energia e carica reciproca permettendo di incastonare nelle nostre vite un piccolo zaffiro prezioso e splendente!
Grazie, in particolare a Daniela; un abbraccio.                                     - Monica -


Rientrati da poco più di una settimana dal nostro viaggio in Sri Lanka siamo carichi di energia positiva, con una ritrovata voglia di fare nuovi progetti, con un diverso approccio alle difficoltà e tanta voglia di sorridere.
Tutto questo solo per aver fatto un viaggio? Bé si, ma che viaggio!
Abbiamo scoperto un Paese carico di cultura, in cui abbiamo visitato storici templi buddisti, dove anche chi non crede non può non lasciarsi coinvolgere dalla spiritualità.
Abbiamo visto una natura tanto diversa dal nostro ambiente e tanto bella da lasciarci a bocca aperta come bambini.
Siamo stati accolti da sorrisi aperti e sinceri della gente del posto.
E poi, abbiamo viaggiato con un gruppo di persone  in grande sintonia, che ci hanno fatto riscoprire quanto sia divertente vedere il mondo attraverso dieci paia di occhi diversi.
In due viaggiare è bello ma con questo gruppo abbiamo apprezzato tanti aspetti diversi che magari noi avremmo tralasciato e, soprattutto, abbiamo riso tanto!! 
Grazie davvero di cuore a tutte per esser state parte di questa esperienza  e grazie a Daniela per averci dato quest’opportunità.                   - Silvia e Diego -


Del mio viaggio in Sri Lanka ho un ricordo meraviglioso, che mi scalda il cuore. La prima sensazione che riaffiora è la meraviglia di fronte alla maestosità della natura, la vegetazione imponente e di un verde così intenso e mai visto prima d’ora, la varietà dei bellissimi fiori e i colori brillanti di uccelli, pavoni, farfalle, e ancora le tantissime scimmie e gli scoiattoli che spesso ci hanno fatto compagnia durante le nostre meravigliose colazioni all’ aperto. E’ stato bellissimo fare yoga all’ alba circondati dai suoni della natura, sentendoci parte di essa.
E ancora ricordo la serenità e i sorrisi di un popolo legato alla terra, i loro abiti coloratissimi e le vesti bianche durante le cerimonie nei templi, alle quali abbiamo potuto assistere meravigliandoci della spiritualità che aleggia in quei luoghi sacri.
Quanta nostalgia della buonissima cucina, anch’ essa colorata, profumata di spezie e ricca di verdure squisite e di frutta dolcissima…e soprattutto dei tanti momenti in cui abbiamo gustato insieme il buonissimo the locale…come dimenticare i golosi dolcetti fritti assaggiati a casa di George?!
Credo che nessuna foto delle mille scattate possa spiegare il mio stupore davanti al panorama della giungla fuori dalla finestra della nostra stanza ad Ella, nella regione del the, e le emozioni del safari nello Yala National Park, dove gli animali sono liberi e in perfetta armonia con la natura.
Ma ciò che ha reso questo viaggio unico è sicuramente il meraviglioso gruppo che si è creato, e viaggiare con Daniela è stato il modo migliore per vivere lo Sri Lanka come desideravo.
Perciò sono certa che insieme a questo viaggio indimenticabile, nel mio cuore porterò sempre il ricordo di ognuno di voi. Grazie!                           - Francesca -



“Le persone non fanno i viaggi;
sono i viaggi che fanno le persone.”
(J. Steinbeck)

Primo viaggio “lontano”.
Prima esperienza di viaggio con Daniela e altre donne dei suoi corsi yoga, alcune conosciute, altre no.
Già la vastità dell’aeroporto di Dubai è per me impressionante, sto molto attenta a seguire il gruppo per timore di perdermi.
Arriviamo a Colombo e il clima caldo ci colpisce come una frustata. Ma sarà così per dieci giorni, tanto vale abituarsi, io che soffro molto il caldo sono un po’ preoccupata.
Il viaggio sul pulmino con la nostra guida fino al primo albergo è abbastanza lungo, c’è molto traffico, per fortuna ogni tanto ci fermiamo.
Il paesaggio e le persone che scorrono dal finestrino sono qualcosa che io non ho mai visto e neanche potevo immaginare. Il potere della natura appare subito in tutta la sua prepotenza, l’uomo e le sue piccole baracche di frutta è riuscito a conquistare solo il bordo della strada, in un’interminabile processione di colori e di volti.
Natura, colori, gente dalla pelle scura, più scura di quello che pensavo, semplicità che non voglio chiamare povertà, e tanti sorrisi.
Dal giorno dopo si inizia.
Si inizia dai templi, che sono indescrivibili, affascinanti, misteriosi, luoghi fuori dal tempo.
Andare in un tempio buddista non è come andare in una delle nostre chiese.
Quando visito una delle nostre chiese la percepisco come monumento, prima che come luogo di culto. Qui succede il contrario: sento e vedo la preghiera, il ringraziamento e la riconoscenza in ogni angolo.
Sensazione o realtà? Non so, forse per ciascuno è differente, io ho provato molta emozione, al punto da sentirmi fuori posto con la mia macchina fotografica. Non scorderò la folla di Anuradhapura, il profumo dei fiori e dell’incenso, il colore bianco, il gesto del ringraziamento e della preghiera, la cerimonia delle scarpe, i grandi viali stracolmi di gente, la maestosità dell’architettura che sa riunire bellezza e spiritualità. Unione ed equilibrio tra due forze che si completano l’una nell’altra.
Insomma, i templi mi hanno dato una bella botta e forse anche una lezione.
Mi è rimasta la nostalgia del momento in cui, a piedi nudi, si varca l’ingresso del tempio e si coglie il senso del sacro. E ora, mentre scrivo, ricordo un sogno di molti anni fa che avevo chiamato “il sogno del tempio” in cui sapevo di non poter calpestare il suolo di un posto perché era sacro.
La natura dello Sri Lanka è uno spettacolo a cui non siamo abituati.
Tutto sembra “troppo”. Troppo verde, troppo alto, troppo rigoglioso, troppo spontaneo.
Questa natura riempie gli occhi e il cuore di gratitudine, e anche di un po’ di timore, perché non sono abituata alle iguane, alle scimmie e ai pipistrelli. E qui li trovi fuori dalla porta.
Questa abbondanza di frutta e di fiori è un dono del cielo e al cielo ritorna sotto forma di offerta.
Sul trenino verso Ella osservavo le minuscole case o capanne isolate e circondate da una fitta vegetazione e sentivo una stretta al cuore.
Sarei capace di vivere qui? Sarei capace di vivere così?
Osservavo quel paesaggio dal treno e avevo in mente una sola parola: Brasile. Presagio di un viaggio futuro? O ricordo delle descrizioni di quel paese nei libri di Amado che ho letto dal primo all’ultimo?
Ma questa natura imponente ha un fascino intollerabile e fa dimenticare i confini e le frontiere.
Questa terra rossa che si fa calpestare da uomini, donne e bambini con gli infradito o a piedi nudi è una delle immagini che mi porto dentro.
Così come il traffico allucinante di Kandy, in contrasto con la pace del suo tempio, e Daniela che mi dice: “In India è peggio”. Avendo visto poco del mondo, faccio fatica a immaginare di peggio.
Mi hanno impressionato le scuole: sempre costruite con grandi spazi verdi intorno, sempre affollate di bambini e ragazzi con divise bianche splendenti e ordinatissime e visi sorridenti.
Mi hanno sorpreso le strade, magari con cumuli di rifiuti ma assolutamente senza cicche di sigaretta per terra.
Mi spiace di aver dovuto tenere in funzione le pale o il condizionatore anche di notte per sopravvivere al caldo perché mi ha impedito di sentire appieno il silenzio, i versi degli animali e il rumore dell’oceano.
Mi ha stupito il fatto di non aver sentito la mancanza del caffè e delle sigarette non fumate.
E’ stato facile alzarmi presto tutte le mattine, o per fare yoga, o per partire verso nuove mete, o per cogliere l’alba, o per camminare sulla sabbia dura delle spiagge.
E’ stato rigenerante pensare solo al giorno che avevamo davanti e non alle mille cose che intasano la mente quando siamo qui.
E’ stato importante condividere con altre/i diversi da me le giornate e, alla fine, anche un po’ della vita personale di ciascuno. Spesso pensiamo di essere soli con i nostri “pesi” e li teniamo nascosti, ma scoprire che anche altri li hanno ci libera e ci unisce.
Certamente questi sono solo alcuni aspetti del viaggio e certamente ci sono state cose che invitano a porsi domande sull’influenza del mondo occidentale verso quel paese e sul ruolo dei turisti in particolare.
Pensiamo solo al fatto che quando sono qui li chiamiamo migranti.
Ma si tratta di entrare in un altro ordine di considerazioni, che riguardano il nostro io sociale e il sentirsi parte di un unico gruppo umano.
Penso che il viaggio non sia mai solo fisico ma anche interiore. C’è sempre il due, c’è sempre l’equilibrio, c’è sempre un dare e un ricevere.
Spero che questo viaggio abbia fatto di me una persona più completa.
Alle fine non mi resta che dire grazie.                                                    Antonia -










lunedì 25 maggio 2015

Film "With real stars above my head"

Sabato 23 maggio sono andata a vedere il documentario di Alfredo. Lo davano allo spazio Oberdan, nell'ambito della rassegna Trento film festival.
Ci siamo conosciuti in Ladakh... il Ladakh è un luogo speciale, e lì ho incontrato persone speciali. Consiglio di andarlo a vedere, è toccante senza essere sdolcinato, profondo con leggerezza, e parla della vita nella sua essenzialità, perfettamente in sintonia con l'essenzialità del paesaggio ladakho, un deserto d'alta quota, un luogo che amo.
Daniela

Anteprima film 

lunedì 27 aprile 2015

Nepal - Terremoto

Due settimane fa, lunedì 13 aprile, partivo da Bhaktapur per l’aeroporto internazionale di Kathmandu, dove avrei preso il volo per rientrare in Italia.
Certi posti ti entrano nel cuore. Uno di questi è il Nepal. Certo per la spettacolarità dei panorami himalayani e la bellezza dei templi antichi, ma soprattutto per il calore delle persone, per la loro gentilezza sorridente. Per me era la seconda volta nel paese e, sorvolando la valle di Kathmandu diretta ad ovest, già immaginavo un nuovo ritorno.
Nei giorni precedenti avevo accompagnato un gruppo di allievi di yoga nella loro prima esperienza nepalese. La mia gioia più grande era vedere lo stupore, la meraviglia, la felicità apparire ogni giorno di più sui loro volti…. segno che anche loro erano ne erano rimasti conquistati. Si sta bene in Nepal, è palpabile un gran senso di tolleranza. Gli stessi templi sono frequentati da buddhisti e induisti, la kumari, la bambina che incarna la principale divinità induista del Nepal, è scelta fra le famiglie buddhiste. Ma non è solo nella religione che si avverte la tolleranza; perfino nel traffico più caotico e strombazzante dove ai nostri occhi avviene di tutto e senza regole apparenti, non si coglie nessuna animosità. Ecco, non si percepisce l’aggressività che sembra sempre più dominare i rapporti interpersonali qui da noi. E che ci mantiene tesi, sulla difensiva, ci indurisce il cuore.

Fino al 24 aprile, chiudendo gli occhi, ciò che appariva nella mia mente pensando al Nepal erano colore e sorrisi. Sì, il Nepal è colore, ovunque: dagli abiti delle donne, alle case dipinte a colori vivaci, alle polveri variopinte sulle bancarelle, ai camion decorati con fantasia. Ed è pure fatto di sorrisi, le persone sono sempre pronte a regalartene uno. E il sorriso, si sa, è contagioso, e mette allegria, e fa pure bene alla salute!

Dall’altro ieri, dalla nostra festa del 25 aprile, a queste belle immagini si sovrappongono quelle della distruzione dovuta al terremoto. Immagini di distruzione e morte.
Immagini che purtroppo ci arrivano ogni giorno, da ogni parte della terra. Provocano sempre un gran dispiacere ma penso che sia umano che quando sei stato in un posto, hai conosciuto le persone, si crei un legame speciale. E allora questo dolore diventa ancora più intenso, ancora più tuo.

Fortunatamente le persone che abbiamo conosciuto in Nepal e le loro famiglie stanno bene, hanno subito “solo” danni materiali. Anche se questo “solo” significa che alcune di loro hanno perso tutto, anche un tetto sulla testa.
Penso anche alle persone che vivono nei villaggi più remoti, raggiungibili solo a piedi… chissà quando potranno ricevere dei soccorsi.

E’ successo il 25 aprile, la nostra festa della liberazione… anche noi abbiamo dovuto ripartire e ricostruire, in quel caso dalle macerie della guerra. Auguro ai nepalesi di ripartire e ricostruire molto presto.

Se qualcuno volesse dare un aiuto concreto alla ricostruzione ci sono tante organizzazioni a cui rivolgersi.
Io segnalo la proposta di Francesco e Silvia per ricostruire le case di quattro loro amici. Francesco è di Milano e da molti anni vive a Bhaktapur, dove possiede l’hotel Planet che ci ha ospitati. Silvia è una sua cara amica, innamorata ed esperta di Nepal. Si tratta di un progetto mirato gestito da persone fidate che conosco personalmente. Tutto quanto raccolto è destinato alla ricostruzione.
Se siete su FB potete unirvi alla loro pagina:
Se frequentate il Centro Maitri potete lasciare il vostro contributo e faremo un unico bonifico. Altrimenti potete farlo direttamente a uno di questi conti corrente intestati a Mandi Namasté Onlus.
Importante specificare la causale: "Rongpuk e Francesco per 4 casette crollate" 
CrediFriuli » IBAN IT28K0708564290029210007592 » Bic Swift CCRTIT2TK00
CiviBank » IBAN IT87A0548464290019570000135 » Bic Swift CIVIIT2CXXX

Daniela


domenica 8 febbraio 2015

Armonia

Mi sono ricapitate in mano delle vecchie foto, fra cui questa del mio primo viaggio in India, più di vent'anni fa. Un'immagine che avevo conservato nel cuore da allora. Un villaggio sperduto nel deserto del Thar, al confine con il Pakistan, dove ero arrivata per una serie di coincidenze. All'ora del tramonto cammino fra le case di fango, bellissime, arrotondate e materne, decorate con terre di diversi colori. La quiete che può esserci solo dove non ci sono macchine né elettricità. Il cinguettio frenetico degli uccellini che si preparano alla notte, in lontananza i belati del gregge di ritorno dai magri pascoli. E un battito ritmico. Lo seguo. Ecco, lì ho "riconosciuto" l'armonia. Daniela

mercoledì 8 gennaio 2014

Proposta Viaggio Ladakh (India) Estate 2014

In un breve video sono presentati i tratti salienti del viaggio che Maitri propone per l'estate 2014. Non esitare a contattarci per ulteriori informazioni!
E grazie se vorrai aiutarci a diffondere la notizia :)
p.s.
Impostare qualità HD in youtube per vederlo bene...


Per i più sportivi la permanenza prosegue (o si può arrivare appositamente) con un trekking!
Ecco un altro breve video al riguardo:


venerdì 3 gennaio 2014

Da tempo immemorabile ogni anno migliaia di pellegrini risalgono il Gange verso le sue sorgenti... alcuni anni fa abbiamo compiuto il loro stesso cammino.
E' stata un'esperienza profonda e indimenticabile.


martedì 29 ottobre 2013

lunedì 15 luglio 2013

Una questione di sguardo 2...

Recentemente mi è capitata un'altra occasione per ritrovare l'ammirato stupore verso la bellezza "vicina", appannata dal senso del già noto. Quest'occasione è stata la visita di Serap, un'amica turca. Per la prima volta in Italia, nella sua lista dei luoghi che desiderava vedere oltre Roma, Firenze e Venezia c'era anche il Lago di Como. In particolare mi ha ri-colpita Villa Balbianello... ne avevo visitato solo i giardini. Questa volta invece abbiamo partecipato alla visita guidata all'interno del vasto edificio... come è stato interessante, e quante sorprese! Forse anche l'aver seguito la visita in inglese ha contribuito a rinfrescare lo sguardo... da non perdere! Ti servono info? Contattami...

venerdì 5 luglio 2013

Una questione di sguardo...


Alzare lo sguardo dal tracciato noto del percorso, togliere dagli occhi il velo dell'abitudine e immaginare di essere in vacanza, alla scoperta di una città mai vista, di non avere fretta di andare chissà dove... ed ecco lo stupore di fronte alla bellezza, la giornata si fa più leggera...

lunedì 17 giugno 2013

Tapas

Lo so, sono nel campo dell’ovvio ;). Spagna=tapas. Però, una volta conosciute, non si può non entrare nel circolo dei loro estimatori! Sembra che sia proprio l’Andalusia il loro luogo di “nascita”. Tante le leggende in proposito. Fra le altre c’è quella in cui una fetta di pane veniva messa a mo’ di tappo (tapa) sul bicchiere per non farvi entrare le mosche. Poi si è cominciato a metterci qualcosina sul pane e, da allora, non c’è più stato limite alla fantasia :)
Con questo clima caldo (siamo a giugno e già, di giorno, si sta sui quaranta gradi) non mi viene molta fame, solo una grande sete. Ed ecco che ad una bella cerveza (birra) fredda si possono accompagnare stuzzichini di ogni genere. Geniale!
Sono piccoli piatti veri e propri, solo in piccole porzioni… un paradiso per una curiosa gastronomica come me.
In particolare non mi lascio mai mancare una delle zuppe fredde: il gazpacho, l’ajo blanco, il salmorejo… tutte buonissime. Mi propongo di cucinarle anche a casa!

In spagnolo c’è anche il verbo “tapear”, indica l’azione di girare da un bar all’altro con gli amici, prendendo qualcosa qui, qualcosa là. Un ringraziamento ad Elisa per la preparazione linguistica e culturale al viaggio! 

domenica 16 giugno 2013

Duende

Il secondo spettacolo di flamenco si dimostra una delusione,  sebbene la maestria tecnica non manchi. Dove sono però le emozioni forti che l'altro mi aveva suscitato?  Laddove il tempo aveva perso di consistenza, qui si trascina pesante, un forzato con le catene ai piedi. Quale sarà la differenza? L'ambiente?  No, qui è anzi ben più suggestivo,  il patio di un'antica casa sefardita di Cordoba. Non può che essere il "duende" allora!
Girovagando in Siviglia mi sono imbattuta in una viuzza che ne portava il nome... il tentativo di descriverlo lo lascio al grande poeta andaluso,  Federico Garcia Lorca.
"In tutta l'Andalusia, roccia di Jaén o conchiglia di Cadice, la gente parla costantemente del duende e lo riconosce con istinto efficace non appena compare."
"Il duende è un potere e non un agire, è un lottare e non un pensare. ho sentito dire da un vecchio maestro di chitarra "Il duende non sta nella gola; il duende monta dentro, dalla pianta dei piedi". Vale a dire, non è questione di capacità ma di autentico stile vivo; vale a dire, di sangue; di antichissima cultura, e, al contempo, di creazione in atto."
"Il duende bisogna risvegliarlo nelle più recondite stanze del sangue."
"I grandi artisti del sud della Spagna, gitani o flamenchi, che cantino, ballino o suonino, sanno che nessuna emozione è possibile senza l'arrivo del duende."
"Anni fa, in un concorso di ballo di Jerez de la Frontera, una vecchia di ottant'anni si impose su splendide donne e ragazzi dai fianchi d'acqua, per il semplice fatto di aver sollevato le braccia, eretto la testa, e aver brivato un colpo con il piede sulla pedana; ma nell'incontro di muse ed angeli che stava avendo luogo, bellezza di forma e bellezza di sorriso, doveva vincere e vinse quel duende moribondo, che trascinava per terra le sue ali di coltelli ossidati."
Per chi vuole approfondire la lettura:
Federico Garcia Lorca
Gioco e teoria del duende
Adelphi  

giovedì 13 giugno 2013

Il rosso e il nero

Non so nulla di flamenco, è la prima volta che vi assisto. Al primo "palo" (stile) emerge spontanea una certezza: il suo colore non può essere che quello, il rosso e il nero indossato dai ballerini.  Indissolubilmente rosso e nero.  Seguono altri palos, cambiano i costumi e i loro colori ma ormai, per una sorta di "imprinting", il flamenco per me è rossonero (nessun riferimento al calcio italiano! :)

martedì 14 maggio 2013

Lindos


I gatti di Lindos

Lindos è un villaggio bellissimo... case bianche, un dedalo di viuzze pedonali, due baie spettacolari con acqua dalle mille sfumature di azzurro, un castello al cui interno sorge l'antica acropoli... e.... migliaia di gatti! Di ogni colore, dimensione, si arrampicano ovunque ma, soprattutto, amano rilassarsi. Eccone alcuni :)


lunedì 10 settembre 2012

Vedere ed essere...

Mi piace questa citazione!

"Non vediamo le cose come sono,
le vediamo come siamo."
Anais Nin

mercoledì 29 agosto 2012

Viaggio in Ladakh 2012

Mentre sto scrivendo queste note sul viaggio appena concluso suona il telefono. Mi si avvisa che, in questo momento, su radio 3 è in onda una trasmissione che parla appunto di Ladakh! Lo stupore per questa coincidenza aumenta ulteriormente quando sento che la voce narrante è quella di Giuseppe Cederna, sta parlando del viaggio del 2009 di cui, casualmente, ne abbiamo condiviso una parte. Entrambi, come moltissime altre persone, stavamo andando in Zanskar in occasione della visita lassù del Dalai Lama. A volte vedevo Giuseppe scrivere qualcosa su un quaderno piccolo piccolo, dalla copertina nera se ben ricordo. Ora sento che quelle brevi note si sono trasformate in un racconto vivo, in cui le parole si fanno immagini, ed emozioni.
Mi colpiscono soprattutto quelle che pronuncia come conclusione: “Noi pensiamo di fare un viaggio ma è sempre il viaggio a farci, e a disfarci”.
 
Mi ritrovo, in queste parole. In fondo siamo in ogni momento “fatti e disfatti” da quanto ci accade, da chi incontriamo, da come respiriamo. Però, il viaggio, funziona a mo’ di acceleratore di particelle. E’ tutto più evidente, più veloce, come quando si guardano le riprese accelerate dei fiori che sbocciano.
Ed ogni viaggio, anche nello stesso luogo, è una storia a parte.
Ecco, forse potrei rispondere così alla domanda di amici e parenti che mi chiedono: “ma come, torni ancora in Ladakh?” J 

 
Anche quest’anno è stato un viaggio ricco di incontri ed esperienze. Non essendo brava quanto Giuseppe con le parole, mi aiuterò, nel descriverlo, con qualche immagine.
I primi giorni del nostro soggiorno ci ha accompagnati Lamaji (lo scorso inverno è anche venuto a trovarci in Italia… qualcuno ha avuto la possibilità di incontrarlo per una serata di meditazione al Centro Maitri)… una bella fortuna per noi che, proprio in quei giorni, cadessero delle vacanze scolastiche (in Ladakh, a causa del freddo intenso, le vacanze scolastiche più lunghe si fanno in inverno) e lui fosse libero dal suo lavoro di insegnante a Lamayuru.
 
 
E’ un grande dono poter essere accompagnati nella visita ai monasteri ed ai luoghi sacri da una persona competente, che aiuta a comprendere il significato di una religione e di una cultura per noi così diverse e complesse.  
Abbiamo visitato posti un po’ fuori dai percorsi più noti, abbiamo meditato con lui in luoghi molto particolari, come la grotta dove ha vissuto Naropa, un maestro indiano che ha contribuito a diffondere il buddhismo in Tibet; qui ho sentito la stessa atmosfera che mi capita di percepire dove era solito meditare San Francesco.
 
 
Con Lamaji comunque non si sono fatte solo visite culturali… ma anche tante risate, passeggiate fra i monti in cui ci spiegava i nomi e le proprietà delle erbe che incontravamo; e abbiamo avuto modo di parlare con le persone, di essere accolti come ospiti nelle loro case… per qualcuno è stata anche l’occasione di assaggiare per la prima volta il the salato e la tzampa. Bevande e cibi a cui non siamo abituati,  ma da non perdere per entrare nello spirito del luogo! ;) 

 

  
Il the salato è fatto con acqua, the, sale e burro di Dimo (la femmina dello Yak) o, più spesso di Dzomo (la femmina dello Dzo, un incrocio fra Dimo e Toro); la tzampa è una farina finissima di orzo tostato mescolata (con la sola mano destra!) con burro e the salato.  
 
Nella seconda parte della vacanza abbiamo passeggiato per una settimana nella Markha Valley, una valle parallela a quella dell’Indo dove sorge Leh, il capoluogo del Ladakh. E’ una valle che si può percorrere solo con le proprie gambe e l’aiuto, per i bagagli, di cavalli e asinelli.

 
 
Niente cellulari che squillano e niente elettricità… la notte è comunque luminosissima, sembra di poterle toccare, le stelle. Certo, si va a letto abbastanza presto, ma non per questo ci siamo annoiati… senz’altro a rendere vivaci le nostre partite a carte e le ore di cammino hanno contribuito Norphel e Lobzang, i ragazzi che ci facevano da guide e cuochi (e che cuochi! Alla fine del trekking abbiamo rischiato di rotolare giù dai sentieri tanto ci avevano messo all’ingrasso ;).
 
 
Il percorso è stato interessante sia perché si attraversavano villaggi abitati, e dunque si vedeva da vicino la vita tradizionale del Ladakh, sia perché si ammiravano paesaggi mozzafiato… montagne brulle ma dalle mille sfumature, catene montuose che parevano infinite…
 
 

 
 


Sarebbero ancora tante le cose da raccontare, gli incontri con persone nuove ma anche con quelle con cui, negli anni, è nata un’amicizia che è stato bello rinsaldare….
 
Per chi volesse ascoltare la trasmissione radiofonica:
La puntata è “Il viaggiatore incantato” del 12/06/2010. Cercando su internet ho infatto scoperto che quella che avevo ascoltato era una replica.
Nel caso non riusciate a sentirla, magari è necessario scaricare un programma tipo: http://it.real.com/

martedì 12 giugno 2012

Un lungo ritorno...

E' il secondo giorno che i voli da Jomsom a Pokhara vengono cancellati... probabilmente dopo l'incidente aereo del 14 maggio le precauzioni sono aumentate.
Non è una tratta facile, questa. Si vola fra altissime montagne, turbolenze, la pista di Jomsom è una breve striscia di asfalto da approcciare con una virata pericolosamente vicina ad una parete di roccia.
Si può volare solo la mattina presto, poi si alza un vento fortissimo che rende impossibile farlo.
Decidiamo allora di andare via terra fino a Kathmandu, in un'unica tratta perchè la maggior parte delle persone del gruppo ha il volo internazionale l'indomani mattina.
Ci metteremo sedici ore, cambiando più volte mezzo. Le strade non sono meno pericolose dell'aereo...
Ecco qualche immagine del primo tratto... poi la stanchezza e il buio mi hanno impedito di farne altre.
Rimarrà il ricordo di un viaggio "intenso" ;).
http://www.youtube.com/watch?v=bsLSNnGRxS8

sabato 9 giugno 2012

Dalai Lama in Zanskar

Il Dalai Lama sarà a Milano a fine giugno! Per l'occasione ho montato in un breve video alcune immagini che ho avuto la fortuna di scattare in Zanskar.
http://www.youtube.com/watch?v=WdDcoEFCsf0  

venerdì 1 giugno 2012

Passi nel vento

L'ultimo dei tanti passi attraversati durante il trekking nel Mustang... come sempre il vento è fortissimo.
E' il Gyu La, a 4077 tra Chhusang e Muktinath. Il panorama è splendido... una balconata su Annapurna, Dhaulagiri e Tutkuche.
http://www.youtube.com/watch?v=lYR_pfQ5OQ8&feature=autoplay&list=ULlYR_pfQ5OQ8&playnext=1 

venerdì 25 maggio 2012

Festa!



Ecco l'ennesima sorpresa del nostro bravissimo cuoco Pemba! Una torta (cucinata senza forno), con le date del nostro trekking scritte con la glassa. Ieri sera è stata l'ultima sera insieme allo staff che, per dieci giorni, si è preso cura di noi... anzi, direi che ci ha decisamente viziati :)
Per la prima volta abbiamo cenato tutti insieme, con un po’ di imbarazzo da parte loro... imbarazzo che si è poi sciolto nella seconda parte della serata, quando è stata improvvisata una discoteca nella hall della semplice guesthouse che ci ospita. Lampadine colorate, dance music nepalese e la scoperta che il cuoco non è solo bravo in cucina ma anche un provetto ballerino! Una gioia semplice e contagiosa, la loro. 

Grazie al loro duro lavoro il trekking non solo è stato possibile, ma anche confortevole rispetto alle difficili condizioni ambientali di questi luoghi. Ogni giorno trasportavano i nostri bagagli sui cavalli, tutto l’occorrente per la cucina sulle spalle, montavano e smontavano le tende, procuravano l’acqua alle fontane, ci preparavano dei pasti deliziosi che ogni volta ci sorprendevano. Ecco, per tutti questi giorni, sono stata io quella imbarazzata di essere trattata in modo così privilegiato mentre si attraversavano villaggi dove nessuno ha l’acqua in casa, la possibilità di curarsi, e così tanto cibo a disposizione.
Parlando con loro, anche con chi non sa l’inglese grazie a chi lo sa e mi fa da traduttore, scopro la triste realtà dell’alto tasso di disoccupazione del Nepal... qualcuno di loro, fino alla prossima volta che verrà chiamato per un trekking, è saltuariamente muratore, la maggior parte dovrà cercare di vivere con il poco guadagnato in questo periodo. E’ veramente un peccato, perché, avendoli conosciuti un poco in questi giorni, ho scoperto dei ragazzi molto gentili e volenterosi.  



Con un indice di disoccupazione al 46%  e un reddito medio pro-capite di 1.300 dollari Usa all'anno, il Nepal è  uno degli Stati più poveri del mondo. Secondo dati della Banca mondiale, circa il 55% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.A causa dell'instabilità politica e dell'alto tasso di corruzione, tale situazione peggiora di anno in anno. Per molte persone l'unica scelta è quella della migrazione e a tutt'oggi sono oltre 7 milioni i nepalesi che lavorano all'estero. Il bilancio statale dipende per circa il 40% dalle rimesse dei migranti. Tuttavia, chi non riesce a trovare lavoro in patria ne all'estero, sceglie sempre di più la drammatica strada del suicidio. I casi registrati dalle autorità sono circa 4mila all'anno, con una media di 11 morti al giorno. Il fenomeno è in costante crescita e colpisce i giovani fra i 14 e i 30 anni, soprattutto le ragazze madri.
Da www.asianews.it 21/03/2012

lunedì 14 maggio 2012

Mustang, in partenza

Ciao, solo qualche breve nota oggi... fra poco ci metteremo in cammino per il trekking.
Sono arrivata ieri a Jomsom in aereo.. un volo bellissimo e un po' impressionante!
Il piccolo, vecchio aereo da venti posti passa fra i giganti dell'Annapurna, sbattuto dalle correnti, rasente ai crinali delle montagne "più basse". Gli spifferi freddi mi ricordano che siamo comunque abbastanza in alto!
La hostess, passata prima del decollo, ha offerto caramelle e cotone per le orecchie. L'aereo è pieno di pellegrini indiani diretti a Muktinath, un luogo sacro per buddhisti ed induisti poco lontano da Jomsom. Mi passano le loro macchine fotografiche e telefonini per fargli una foto delle montagne dal finestrino.
Vi sto scrivendo dalla semplice guesthouse con vista cinque stelle! :) Nella foto quello che vedo da dove sono seduta a battere i tasti... il monte Nilgiri.




sabato 12 maggio 2012

Terzo giorno


 Oggi terza giornata di sciopero. Mi stupisce non trovare informazioni sulla stampa estera. Trovo solo un breve articolo su un giornale pakistano, il Daily News. Niente sul Times of India, niente sulla Bbc. Nell’articolo si dice che la causa dello sciopero riguarda uno degli scogli maggiori della redazione della nuova costituzione: la decisione se creare o meno uno stato federale su base etnica.
Il Nepal è costituito da un mosaico di popoli che convivono ma non si integrano. Popoli indo-ariani provenienti dall’India e mongolici dall’Himalaya e dalla Birmania. Si parlano tante lingue e dialetti diversi.
Il nepali dovrebbe essere la lingua franca ma, visto che il tasso di alfabetizzazione è del 49% (del 35% per le donne), non sempre è così. Chiedo a Mr. Bi, un signore di etnia Newari, come sia possibile recarsi, per esempio, in un ufficio pubblico se non si parla nepali. “Occorre” – mi dice – “andare con qualcuno del villaggio che lo parli e che funga da interprete”.
Non potendo prendere un taxi per andare a Sarangkot, un punto di osservazione panoramico della catena Himalayana, mi avvio a piedi verso la parte vecchia di Pokhara. Ho così modo di camminare in strade senza auto, moto, camion, bus, e cioè senza il puzzo di gas di scarico, lo strombettio di ogni genere di clakson, il pericolo costante di essere investita!
Gli unici mezzi circolanti, per fortuna, sono le autobotti che portano acqua potabile alle lunghe file di donne in attesa con i loro contenitori da riempire.
Le serrande sono tutte abbassate, le strade campi da gioco per i bambini, che sono a casa da scuola. C’è chi viene aiutato ad imparare ad andare in bicicletta senza rotelle, chi gioca a pallone, chi a badminton...
Alla vecchia Pokhara non ci arriverò... mi imbatto in una manifestazione, contornata da una massiccia presenza di poliziotti con bastoni e fucili... oh oh, forse meglio cambiare strada!
Nel pomeriggio  lo sciopero è stato sospeso dai gruppi etnici che lo avevano proclamato in vista di alcuni festival.