mercoledì 28 ottobre 2009

River cinema



Mi chiedo… cosa mi ha colpita di Phnom Penh, la capitale della Cambogia?
Senz’altro la quantità di persone che, ad ogni ora, ma soprattutto la sera prima del tramonto, siede sul muretto del lungofiume a prendere il fresco e ad osservare il pigro scorrere dell’acqua. In questo momento faccio parte anch’io del pubblico di questo lento spettacolo.
C’è chi è solo, chi con la famiglia o gli amici o una persona incontrata lì. Ci sono le venditrici ambulanti che si prendono un momento di sosta, il monaco che si beve un’aranciata con la cannuccia… c’è chi parla, chi sta in silenzio, chi mangia.
Però, tutti, guardano il fiume. Un po’ come quando ci si parla al cinema… comunque si continua a guardare lo schermo. Non che ci sia un gran traffico su questo fiume, qualche barca, una chiatta ogni tanto, più frequenti i cespugli verdi di certe piante galleggianti trasportate dalla corrente. Il fiume è ampio, il livello alto per le piogge monsoniche. E’ il Tonle Sap, il fiume che passa anche da Angkor e qui confluisce con il Mekong.

2 commenti:

  1. E' un piacere leggerti.

    Buon cammino.

    Gian Mario

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  2. Dopo l'"orrore normale" sono tornato a rileggere questo, mi è piaciuta l'immagine del parlare con gli occhi allo schermo-fiume, è stato come risalire la corrente e tornare a un'origine meno convulsa e sospetta, probabilmente l'infanzia, e dentro c'era forse un ricordo
    Shantih
    Daniele

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