lunedì 24 agosto 2009

Fiori e colori

Fiori selvatici, piccoli, di montagna.
C'è dell'azzurro, del giallo.
Il bianco argentato di distese di stelle alpine dove pascolano yak e dzo (l'incrocio fra yak e mucca).
Fiori grandi, coltivati in ogni casa, in ogni monastero. Nei giardini, alternati, mischiati agli ortaggi. Ma basta anche un angolo in un muricciolo o una vecchia latta da usare come vaso e porre sul davanzale per creare un miracolo di colore in un mondo che altrimenti sarebbe solo sui toni minerali. Ho chiesto come fosse il Ladakh d'inverno. Mi hanno risposto: non c'è colore. Non c'è il verde di campi d'orzo e di grano, delle foglie di salici e pioppi. Non c'è l'arancio intenso delle albicocche mature, il rosso timido delle piccole mele, né l'arcobaleno dei fiori coltivati.
Arrivano allora in soccorso i colori brillanti ed intensi dei decori all'interno dei monasteri e delle case, quelli dei turchesi e dei coralli dei gioielli, degli abiti vinaccia ed arancio dei monaci, le bandierine di preghiera che alternano i cinque colori (giallo, rosso, verde, blu, bianco) che sventolano ovunque. Vibrazioni di pensieri positivi e di colore...

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